Sempre più spesso sentiamo parlare di epig netica, la scienza che studia come l’ambiente modifica l’espressione dei nostri geni.
Ma cosa si deve intendere per ambiente?
Non solo quello in qui viviamo, ma anche il nostro “ambiente interno”, fatto di sentimenti, emozioni e pensieri. In che modo questa realtà sottile incide sul nostro stato di benessere? E che percentuale ha nella genesi delle malattie?
L’aumento dei tumori è in parte dovuto all’aumento della vita media, in parte alle maggiori possibilità diagnostiche, ma, soprattutto, all’aumento delle cause, chiamate scientificamente fattori rischio, e alla diminuzione dei fattori protettivi.
Immagina una bilancia a due piatti, su un piatto ci sono i fattori rischio e sull’altro piatto i fattori protettivi. Il cancro insorge quando i fattori rischio pesano di più dei fattori protettivi.
Nella nostra società, inquinata materialmente e spiritualmente, sono in aumento i fattori rischio e in riduzione i fattori protettivi. La medicina convenzionale, pur avendo fatto passi da gigante negli ultimi decenni, presenta due grandi difetti che ne limitano fortemente il grado di efficacia ed efficienza. Uno di questi è proprio quello di trascurare l’anima.
Parlo di anima dal punto di vista non religioso, ma medico-scientifico.
Anima come l’insieme delle dimensioni immateriali dell’essere umano: pensieri, emozioni, sentimenti, stati d’animo, sogni, convinzioni e, soprattutto, coscienza.
I nuovi dati dell’epigenetica dimostrano ampiamente che queste variabili immateriali hanno una notevole influenza sulla nascita e sull’evoluzione del cancro e di varie altre malattie.
Il mio consiglio è quello di far comprendere ai ragazzi che non sono qui solo per consumare e sporcare, ma per realizzare la loro diversità, la loro mission, il loro progetto di vita su questo pianeta.
Parlare oggi di autoguarigione è ancora considerato eresia per gran parte della medicina ufficiale: ci sono studi scientifici che indagano questo aspetto? Cosa ci dicono?
Sicuramente! Basti pensare, per esempio, a una ferita che guarisce spontaneamente.
La guarigione di una ferita richiede un know how biologico incredibile, fatto di miliardi di cellule che si mobilitano, ciascuna con compiti particolari e con un numero incredibile di messaggeri chimici.
Come possiamo sviluppare, in maniera preventiva, il potenziale di autoguarigione presente in ognuno di noi? Prima di tutto con la consapevolezza che dentro ciascun essere umano esiste un potere superiore a qualsiasi farmaco. Il nostro cervello è il più efficiente produttore di farmaci e di veleni.
Ma cosa si deve intendere per ambiente?
Non solo quello in qui viviamo, ma anche il nostro “ambiente interno”, fatto di sentimenti, emozioni e pensieri. In che modo questa realtà sottile incide sul nostro stato di benessere? E che percentuale ha nella genesi delle malattie?
L’aumento dei tumori è in parte dovuto all’aumento della vita media, in parte alle maggiori possibilità diagnostiche, ma, soprattutto, all’aumento delle cause, chiamate scientificamente fattori rischio, e alla diminuzione dei fattori protettivi.
Immagina una bilancia a due piatti, su un piatto ci sono i fattori rischio e sull’altro piatto i fattori protettivi. Il cancro insorge quando i fattori rischio pesano di più dei fattori protettivi.
Nella nostra società, inquinata materialmente e spiritualmente, sono in aumento i fattori rischio e in riduzione i fattori protettivi. La medicina convenzionale, pur avendo fatto passi da gigante negli ultimi decenni, presenta due grandi difetti che ne limitano fortemente il grado di efficacia ed efficienza. Uno di questi è proprio quello di trascurare l’anima.
Parlo di anima dal punto di vista non religioso, ma medico-scientifico.
Anima come l’insieme delle dimensioni immateriali dell’essere umano: pensieri, emozioni, sentimenti, stati d’animo, sogni, convinzioni e, soprattutto, coscienza.
I nuovi dati dell’epigenetica dimostrano ampiamente che queste variabili immateriali hanno una notevole influenza sulla nascita e sull’evoluzione del cancro e di varie altre malattie.
Il mio consiglio è quello di far comprendere ai ragazzi che non sono qui solo per consumare e sporcare, ma per realizzare la loro diversità, la loro mission, il loro progetto di vita su questo pianeta.
Parlare oggi di autoguarigione è ancora considerato eresia per gran parte della medicina ufficiale: ci sono studi scientifici che indagano questo aspetto? Cosa ci dicono?
Sicuramente! Basti pensare, per esempio, a una ferita che guarisce spontaneamente.
La guarigione di una ferita richiede un know how biologico incredibile, fatto di miliardi di cellule che si mobilitano, ciascuna con compiti particolari e con un numero incredibile di messaggeri chimici.
Come possiamo sviluppare, in maniera preventiva, il potenziale di autoguarigione presente in ognuno di noi? Prima di tutto con la consapevolezza che dentro ciascun essere umano esiste un potere superiore a qualsiasi farmaco. Il nostro cervello è il più efficiente produttore di farmaci e di veleni.
Commenti
Posta un commento