Il percorso di guarigione passa attraverso lo stretto rapporto con la natura e il rispetto dei suoi componenti
Il termine comunicazione indica “rendere comune”, “avere qualcosa che possiamo condividere”, “mettere insieme”.
Quindi cosa abbiamo in comune con la natura, con le persone, gli animali o il creato? Tutto.
Possiamo condividere qualunque cosa.
Gli sciamani insegnano come farlo, per loro siamo tutti uno, connessi attraverso una rete luminosa che ci porta tutte le informazioni. Possiamo allora parlare con qualsiasi tipo di essere vivente, conoscere, sapere, comprendere. Nelle Ande, per questo si ama la Pachamama, (Madre Terra): con lei si parla e ci si con da; gli sciamani la onorano e le portano regali.
Il percorso verso la purezza
Il percorso iniziatico è impegnativo ma parte da un semplice presupposto: la semplicità, il ritorno alla nostra vera essenza, all’essere bambini, all’amare, allo scoprire, con la ducia e la meraviglia che solo un essere puro può manifestare. Ecco quindi un cammino verso la purezza, verso la comprensione del senso della nostra esistenza connessa alla natura.
Ma noi, esseri adulti inseriti in una società consumistica, disconnessa dall’antica sapienza, come possiamo ritrovare tutto questo e parlare con la natura e gli animali, come possiamo riscoprire le nostre capacità innate presenti e dimenticate?
Guardiamo gli sciamani e cerchiamo di capire.
Essi lavorano con gli alleati. Gli alleati sono aiutanti, energie che accompagnano e aiutano, prendono, danno, raccolgono, ripuliscono, cercano, lottano per lo sciamano. Si dice che gli spiriti alleati si distinguano in Spiriti protettori (antenati o spiriti diversi) e Spiriti ausiliari (fonti, alberi, montagne).
In tutti e due i casi la sua capacità sta nell’assicurarsi la loro benevolenza, nel non provocare la loro ira, utilizzandoli in modo assennato. Deve quindi trattarli con profondo rispetto. Per lui sono amici, confidenti, aiutanti protettori, parti indissolubili della sua essenza. Più ne ha, più diventa potente. Più conosce sé stesso, più entra in contatto con vibrazioni che potranno prendere forma e divenire alleati. E alleati sono animali con cui lo sciamano parla e si trasforma, sono montagne da cui attinge forza, sono i cieli che lo sostengono, le nuvole che con la pioggia fecondano i territori.
La guarigione significa per gli sciamani entrare in uno stato di trance che permette loro di utilizzare sensi che normalmente non usano e con l’aiuto degli alleati, viaggiare nei mondi alla ricerca di strumenti che permettano loro di ristabilire un equilibrio che è andato perduto.
Il ruolo della natura nelle guarigioni sciamaniche
La natura gioca un ruolo fondamentale nelle guarigioni sciamaniche: lo sciamano è totalmente connesso alla Terra e ai suoi cicli, al cielo, agli astri e agli animali. Tutto questo è per lui il “sapere”. Ogni conoscenza arriva dall’ascolto e dalla connessione con questo mondo e dall’esplorazione di altri piani dove per lui tutto è reale e al di là dell’immaginazione, dove egli si reca e incontra lo sconosciuto, e attraverso la metamorfosi, si trasforma in animale per utilizzarne i poteri e le capacità.
Il termine comunicazione indica “rendere comune”, “avere qualcosa che possiamo condividere”, “mettere insieme”.
Quindi cosa abbiamo in comune con la natura, con le persone, gli animali o il creato? Tutto.
Possiamo condividere qualunque cosa.
Gli sciamani insegnano come farlo, per loro siamo tutti uno, connessi attraverso una rete luminosa che ci porta tutte le informazioni. Possiamo allora parlare con qualsiasi tipo di essere vivente, conoscere, sapere, comprendere. Nelle Ande, per questo si ama la Pachamama, (Madre Terra): con lei si parla e ci si con da; gli sciamani la onorano e le portano regali.
Il percorso verso la purezza
Il percorso iniziatico è impegnativo ma parte da un semplice presupposto: la semplicità, il ritorno alla nostra vera essenza, all’essere bambini, all’amare, allo scoprire, con la ducia e la meraviglia che solo un essere puro può manifestare. Ecco quindi un cammino verso la purezza, verso la comprensione del senso della nostra esistenza connessa alla natura.
Ma noi, esseri adulti inseriti in una società consumistica, disconnessa dall’antica sapienza, come possiamo ritrovare tutto questo e parlare con la natura e gli animali, come possiamo riscoprire le nostre capacità innate presenti e dimenticate?
Guardiamo gli sciamani e cerchiamo di capire.
Essi lavorano con gli alleati. Gli alleati sono aiutanti, energie che accompagnano e aiutano, prendono, danno, raccolgono, ripuliscono, cercano, lottano per lo sciamano. Si dice che gli spiriti alleati si distinguano in Spiriti protettori (antenati o spiriti diversi) e Spiriti ausiliari (fonti, alberi, montagne).
In tutti e due i casi la sua capacità sta nell’assicurarsi la loro benevolenza, nel non provocare la loro ira, utilizzandoli in modo assennato. Deve quindi trattarli con profondo rispetto. Per lui sono amici, confidenti, aiutanti protettori, parti indissolubili della sua essenza. Più ne ha, più diventa potente. Più conosce sé stesso, più entra in contatto con vibrazioni che potranno prendere forma e divenire alleati. E alleati sono animali con cui lo sciamano parla e si trasforma, sono montagne da cui attinge forza, sono i cieli che lo sostengono, le nuvole che con la pioggia fecondano i territori.
La guarigione significa per gli sciamani entrare in uno stato di trance che permette loro di utilizzare sensi che normalmente non usano e con l’aiuto degli alleati, viaggiare nei mondi alla ricerca di strumenti che permettano loro di ristabilire un equilibrio che è andato perduto.
Il ruolo della natura nelle guarigioni sciamaniche
La natura gioca un ruolo fondamentale nelle guarigioni sciamaniche: lo sciamano è totalmente connesso alla Terra e ai suoi cicli, al cielo, agli astri e agli animali. Tutto questo è per lui il “sapere”. Ogni conoscenza arriva dall’ascolto e dalla connessione con questo mondo e dall’esplorazione di altri piani dove per lui tutto è reale e al di là dell’immaginazione, dove egli si reca e incontra lo sconosciuto, e attraverso la metamorfosi, si trasforma in animale per utilizzarne i poteri e le capacità.
Molti sciamani curanderi usano anche piante medicinali con le quali portano guarigione alle persone. La modalità di impiego è tuttavia sempre in una estrema connessione e rispetto per la natura e i suoi spiriti abitanti. Per il curandero una pianta è un essere, uno spirito con cui parlare e confrontarsi, ricevere consigli, dosi, posologie e miscele.
Per parlare con le piante, gli animali o con qualsiasi spirito alleato, gli sciamani utilizzano un linguaggio magico, entrano in uno spazio in cui le energie si fondono e si intrecciano, un luogo dove non ci sono con ni di spazio o di tempo, quel posto nel vuoto dove tutto è possibile. E lì le vibrazioni comunicano, tutto è condiviso e comune.
Tornando a noi che, invece, non siamo sciamani, possiamo parlare con la natura chiedere consiglio, a darci e lasciare che l’amore possa nutrire la nostra anima?
Un percorso iniziatico potrà portarci alla semplicità, a quello stato in cui la ducia ci permette di vedere e sentire per entrare in quello spazio dove l’immaginazione si fonde con la visione, dove gli animali e le piante possono parlare.
Un percorso iniziatico potrà portarci alla semplicità, a quello stato in cui la ducia ci permette di vedere e sentire per entrare in quello spazio dove l’immaginazione si fonde con la visione, dove gli animali e le piante possono parlare.
Ci sono anche sistemi più semplici per entrare in contatto con le energie degli alleati, acque vibrazionali che aiutano a integrare dentro di sé i poteri degli animali. Scegliendo un rimedio, la vibrazione entra in risonanza con il nostro campo dandoci la possibilità di sentire cosa signi ca avere aiutanti che ci assistono nella vita quotidiana.
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