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La gratitudine è la memoria del cuore. Lao Tse

Un altro post sulla gratitudine? Si! 
Perché? Perché stamani una ragazza mi ha chiesto una informazione e mi ha ringraziato almeno 3 volte con molta gentilezza e riconoscenza.

Mostrarsi grati è più di una forma di educazione, è un modo per superare le barriere e raggiungere una dimensione più emotiva, personale e anche spirituale. Perché non ringraziare la vita per il fatto di averla? Perché non riconoscere agli altri i loro pregi e le caratteristiche che amiamo?

E ancora, perché non ringraziare noi stessi per la nostra integrità, il nostro coraggio e la nostra forza?

Lo sappiamo tutti, a volte non è proprio facile addentrarsi nelle “conoscenze del cuore”, quelle a cui si riferisce Lao Tse con l’aforisma del titolo. 

Ogni giorno il nostro cervello ci guida verso la strada più obiettiva e razionale, lì dove risiedono alcuni rancori, alcune frustrazioni.Io sono la prima che nonostante stia lavorando sulla gratitudine leggendo questo libro ho serbato rancore per una persona che si è comportata male con me la scorsa settimana e se ci penso ancora mi arrabbio e mi girano le scatole! Sono umana anche io!

Il semplice fatto di mostrare gratitudine implica una liberazione personale. Essere grati significa riconoscere, agire con umiltà e senza artifici, imparare a valorizzare quello che davvero è importante nella vita

Oggi parleremo soprattutto di questo, del valore e del potere della gratitudine.

I 4 pilastri della gratitudine

1. Apertura emotiva

Perché tante persone fanno fatica a dire “grazie”? Quando facciamo qualsiasi cosa per qualcuno a cui teniamo, non ci aspettiamo “obbligatoriamente” quel “grazie”, segno di cortesia e di buona educazione. Quello che cerchiamo davvero è la riconoscenza, che si capisca che ci siamo preoccupati, che abbiamo dedicato non solo il nostro tempo agli altri, ma anche parte delle nostre emozioni.
Le persone che non mostrano gratitudine di solito presentano le seguenti caratteristiche:
  • Negazione emotiva: evitano di aprirsi agli altri e spesso agiscono con diffidenza o in maniera autosufficiente. In realtà, mancano di una solida autostima e dentro sono piuttosto fragili.
  • Agiscono con egoismo: si dimostrano ingrati e, a volte, anche superbi.
  • Non mostrare riconoscenza verso gli altri significa non riconoscere se stessi, di conseguenza sono persone che mancano di abilità emotive.

Per praticare la gratitudine, dobbiamo essere in grado di aprirci al punto di vista emotivo. Solo in questo modo potremmo conoscere noi stessi e il mondo, attraverso un cuore attivo, forte e s
incero.

2. La gratitudine e la riconoscenza sono i regali migliori dell’essere umano
Pochi valori sono così potenti come riconoscere i nostri simili mediante la gratitudine. È un modo universale di conoscere e di unire, di creare legami.
 “Io ti sono grato per quello che sei, per le tue virtù, per il tuo modo di essere, ti ringrazio per fare parte della mia vita arricchendola con la tua presenza”.

3. Mostrarsi grati non significa essere in debito

C’è chi pensa che il semplice fatto di ricevere qualcosa e di dover ringraziare significhi subito essere in debito con quella persona che ha detto o fatto qualcosa.
Se dentro di voi risiede questa sensazione, quella di sentirsi in obbligo verso qualcuno che vi ha fatto un favore, di certo non state mettendo in pratica una gratitudine libera, sincera e spontanea
La gratitudine è un atteggiamento che non esige obblighi, è un modo di essere che va oltre le nostre azioni.
Se fate qualcosa per vostro fratello o per una vostra amica, non segnatelo sull’agenda nella speranza che vi restituiscano il favore prima o dopo. 
Lo fate perché volete o perché “riconoscete” quella persona come parte di voi, lo avete fatto liberamente e senza aspettarvi nulla in cambio.
A questo punto, non si tratta di farsi restituire il favore, quanto che gli altri mostrino riconoscenza. Stabiliamo un legame con l’altro in modo da formare un’unità. 
Proprio come suggerisce la parola “Namasté” (io ti saluto, io ti ringrazio, ti riconosco come la divinità che, a sua volta, fa parte di me).

4.  L’importanza della gratitudine personale

Passiamo la vita a ringraziare per gli altri, per la dedizione della famiglia, per l’altruismo dei nostri amici, per l’affetto del partner o per quelle persone che entrano ed escono dalla nostra vita arricchendola con i loro piccoli gesti.
Ora, vi siete mai concessi l’occasione di ringraziare voi stessi? Pensate che sia un atteggiamento egoista e un po’ fuori luogo? Assolutamente no. 
Non importa che siate religiosi, scettici o spirituali, l’auto-gratitudine non infrange nessuna regola, anzi, è un pilastro fondamentale con cui rafforzare la propria autostima. AMIAMOCI e SIAMOCI GRATI!

Che ne dite se a partire da questo momento iniziaste a comportarvi in modo più umile e a valorizzare le cose più semplici della vita? 
Ringraziate anche per la brezza fresca che vi dà sollievo d’estate, per la buona decisione che avete preso da poco, siate grati per la vostra famiglia, per l’animale che avete a casa e che vi dona tanto affetto. (Io sono grata al mio cane tutti i giorni e glielo dico!)

Siate grati per il semplice fatto di esistere, per il fatto di stare bene, di capire che non siete più quelle stelle fugaci che vanno e vengono, ma che cercano di vivere la vita al massimo. Perché no?


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