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Febbraio 2018 recensione libri: Il Pimandro di Ermete Trimegisto

Avevo comprato questo libro dopo una lezione alla scuola di Floriterapia pensando che parlasse delle signature. 
Quel concetto che dice che la natura disegna le proprie cose a seconda di cosa servano:
esempio semplice una noce che fa bene al cervello ha la forma del cervello. Siccome tanti fiori rappresentano gli organi o le cose a cui servono ero molto incuriosita.

Bene il Pimandro parla di tutt'altro! Infatti dice che la conoscenza è una scoperta interiore.....
Il primo libro del Corpus hermeticum, “Il Pimandro”, si apre con la visione di Ermete. 
Una visione che porta Ermete ad incontrare Dio. Un Dio che si manifesta indefinito, immenso, incommensurabile quale del resto deve essere.
Dio è per definizione inconoscibile, inqualificabile ma, comunque, onnipresente e visibile.
Dio-Creatore e Padre deve necessariamente rivelarsi alla Sua creatura preferita, deve far sentire la presenza del padre affinché l’uomo non si senta solo e abbandonato.
Questa rivelazione è necessaria per far comprendere all’uomo che la sua vita, la sua esistenza, non sono limitate al mondo materiale e tangibile, fargli capire che la sua vita va molto al di là della quotidianità e di ciò che è percepibile con i sensi.
Dio, rivelandosi, vuole far comprendere all’uomo che è parte di qualcosa di più grande, indefinito, immenso: Dio.
La rivelazione trasforma i prescelti in strumenti di Dio e la loro opera servirà, per coloro che sanno ascoltarli, alla realizzazione del disegno di Dio.
Questo è il cammino intrapreso, tra gli altri, da Ermete. 
E la descrizione presente nel Pimandro consente di avere una visione più chiara del disegno divino.

Non l'ho molto apprezzato ma per onore di cronaca ve ne parlo....


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