Lo stress è un problema che non colpisce solo gli adulti.
Bambini, ragazzi e addirittura neonati possono soffrirne.
Uno degli aspetti più tragici dello stress è il modo in cui lascia le sue impronte in giovane età, la fase più suscettibile della vita.
Dopo un avvenimento particolarmente negativo la modalità di risposta allo stress si può fissare in modo permanente e incidere sul futuro assetto comportamentale. Il senso preciso biologico si capisce: in un mondo pericoloso e incontrollabile bisogna essere in costante allerta.
Purtroppo questo imprinting ci rende più sensibili agli effetti dello stress, ancora prima che si verifichi: siamo in continuo allarme e forse inclini alla depressione (o a diventare fuorilegge).
Il colpevole è il cortisolo cronicamente alto e superattivato. Infatti nella depressione incontriamo spesso livelli alti di cortisolo nel sangue.
Negli animali subordinati, i migliori fattori predittivi di elevati livelli di corticosteroidi nel torrente ematico sono le molestie, che provengono da parte degli animali dominanti, l’instabilità dei legami e la mancanza di sostegno sociale. Alcuni studi hanno mostrato che i bambini esposti a lungo termine allo stress materno nei primi anni di vita hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi emotivi.
Naturalmente esistono delle tipologie caratteriali più predisposte all’esaurimento, con strategie vitali e modalità d’azioni particolari. Sorprendentemente sono spesso quelli che chiamo “i pistoleri western”. Si tratta di personalità forti, vitali e capaci di tirare avanti quando altri crollano. Il problema è che possono essere talmente abituati a farcela che quando perdono fiato, invece di decelerare vanno avanti allo stesso modo o addirittura accelerano i ritmi per ottenere i soliti risultati.
Dopodiché arriva il burn-out. Mentre pare ovvio portare la propria automobile alla revisione quando dà qualche segnale sospetto, essi ritengono forse che il loro corpo sia una macchina perfetta all’infinito.
Un’altra tipologia di persone che ha la tendenza a stressarsi eccessivamente e quindi a esaurirsi, è la personalità completamente opposta, quella che si fa facilmente provocare, va subito su di giri, si arrabbia per un niente e forse vede incongruenze e minacce dappertutto.
È quella che io chiamo “la pentola a pressione”.
Poi c’è anche chi non affronta le proprie paure, ma si fa trascinare da esse e non osa girare l’angolo. Sono i “preferirei di no” e gli “agitarsi prima dell’uso”. Tutti quanti questi individui bruciano adrenalina e cortisolo in eccesso.
Arriviamo ai pensieri stressanti. Qui non deve mancare la tendenza a rimuginare, visto che anticipare potenziali pericoli ci fa vivere in continuo allarme; ripensare situazioni avverse e tormentarsi per sensi di colpa instilla generosamente inquietudine e, soprattutto, non ci sono limiti all’immaginazione… se non quelli che ci impone la saggezza.
È esposta allo stress anche la personalità “sempre disponibile” e attenta alle esigenze altrui. Essere disponibili di per sé non è un problema, ma lo diventa quando la persona in questione vuole accontentare tutti e dimentica se stessa. Quando continua a fare mentre dovrebbe riposare. Quando si sente insostituibile e non riesce a delegare, mentre in realtà si subordina. Si tratta probabilmente di quasi la metà della popolazione mondiale: il sesso femminile; ma ci sono anche uomini.
Per le donne si aggiunge il ciclo mestruale, la gravidanza, il parto, l’allattamento e la cura della prole, una condizione essenziale della natura umana, certamente, ma che costa in termini di riserve. Dal punto di vista evolutivo, la biologia della donna è forgiata dal fatto che deve sorvegliare la prole. Anche mentre dorme, non molla quindi mai completamente l’attenzione!
Anche chi è impegnato professionalmente nella cura degli altri è più esposto al logoramento della fatica surrenale: medici, infermieri, operatori sanitari, assistenti sociali.
E poi persone a contatto con situazioni traumatiche: come poliziotti, vigili del fuoco, psichiatri e chi lavora in pronto soccorso. L’abuso di alcol, di fumo e di sostanze psicoattive è elevato in queste categorie. Ed è elevato proprio nelle persone con esaurimento surrenale.
Altrettanto stressati sono i cacciatori di successo che non conoscono pausa, i perfezionisti senza pace, gli ambiziosi che vorrebbero trasformare ogni istante in una emozione speciale, i dipendenti in posizioni “sandwich”, i soggetti carichi di lavoro eccessivo, i poveri che campano male, i grassi che vorrebbero perdere qualche chilo di troppo
Perciò divertitevi, prendete in mano la situazione, siate creativi, motivatevi o accettate la situazione e ricordatevi che per tutto ci sono i fiori che vi aiutano!
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